Il giornalino di Gian Burrasca, VAMBA, Ed. GIUNTI 2003.
Prezzo | 11€ |
Località | Friuli Venezia Giulia Pordenone e provincia Pordenone |
Tipo di annuncio | Privati Offro |
Luigi Bertelli
"VAMBA"
Il giornalino
di Gian Burrasca
RIVISTO, CORRETTO
E COMPLETATO DA
Vamba
VIVA LA PAPPA
COL
POMODORO!...
Con illustrazioni
a nero e a colori
GIUNTI
2003
Copertina rigida tutta tela con titoli in oro al dorso e al piatto, sovraccoperta illustrata a colori, rilegatura editoriale, pagine 212, formato cm. 17,5X24,5.
Stato di conservazione: NUOVO DI LIBRERIA
Luigi Bertelli (Firenze, 19 marzo 1858 ? Firenze, 27 novembre 1920) è stato uno scrittore e giornalista italiano, autore delle avventure di un popolare personaggio d'inizio Novecento: Gian Burrasca. È più noto con lo pseudonimo di Vamba, nome del buffone di Cedric il Sàssone nel romanzo Ivanhoe di Walter Scott.
Bibliofilo appassionato, Bertelli fu giornalista e educatore efficace. Scrisse testi in prosa e in poesia per l'infanzia, nonché vivacissimi (e sboccati) sonetti in vernacolo fiorentinesco, che molto apprezzò Ardengo Soffici.
Nel 1895 pubblicò Ciondolino, storia con intenti didattici di un bambino che viene trasformato in formica.
Fondò nel 1906 il Giornalino della domenica, che continuò le pubblicazioni fino al 1924, divenendo celebre tra le famiglie borghesi.
Nella rivista per ragazzi apparivano le firme dei più famosi scrittori del tempo (Giovanni Pascoli, Gabriele d'Annunzio, Grazia Deledda, Edmondo De Amicis) e dei più raffinati illustratori (Umberto Brunelleschi e Filiberto Scarpelli).
Sulle sue pagine pubblicò in 55 puntate - tra il 7 febbraio 1907 e il 17 maggio 1908 - Il giornalino di Gian Burrasca. L'opera fu poi edita in volume dall'editore Bemporad nel 1911.
La sua attività vernacola ebbe inizio nel periodo della collaborazione con Il Fanfulla della Domenica, quando risiedeva a Roma. Stuzzicato dai suoi colleghi in una discussione sull'incapacità dei fiorentini di tradurre in letteratura la loro cultura popolare, come avevano fatto Giuseppe Gioacchino Belli a Roma, Carlo Porta a Milano, Salvatore Di Giacomo a Napoli, Vamba raccolse la sfida facendosi autore di sonetti fiorentineschi, che furono molto apprezzati da Ardengo Soffici. Dei pochi che restano colpisce la sboccata e vivida arguzia.
Morì il 27 novembre 1920 e fu sepolto nel Cimitero delle Porte Sante presso la Basilica di San Miniato, sopra Firenze.
Il giornalino di Gian Burrasca è un romanzo scritto da Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) nel 1907 e pubblicato prima a puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908, e poi in volume nel 1912.
È ambientato in Toscana (e in parte anche a Roma). Il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto "Gian Burrasca". Questo soprannome, che la famiglia gli dà a causa del suo comportamento molto irrequieto (più per esuberanza che per cattiveria), è divenuto proverbiale per indicare un ragazzino indisciplinato.
Fonte (non dichiarata) dell'opera è A Bad Boy's Diary (1880), dell'americana Metta Victoria Fuller Victor (1831-1885).
Riassunto dei contenuti
Ogni giorno Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, annota in un diario gli avvenimenti della sua vita e della vita della sua famiglia. Naturalmente, poiché è stato educato a non mentire mai, dice sempre la verità, anche quella che non dovrebbe o potrebbe dire, o che le sorelle e i loro fidanzati, poi mariti, non vorrebbero si sapesse. E, certo, combina un sacco di guai per merito dei quali viene chiuso nel collegio Pierpaoli dove non solo non si educa, bensì diviene l'anima di una ribellione contro la falsa e tirannica disciplina che vi è imposta da una ridicola ma prepotente coppia di proprietari-direttori. Il diario diviene così la protesta e la rivolta di un ragazzo contro il mondo conformista e soffocante dei ''grandi''. Non per nulla Vamba dedicò il Giornalino ''ai ragazzi d'Italia perché lo facciano leggere ai loro genitori''. Diffusa in ogni pagina del diario c'è una scintillante comicità tutta toscana.
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Il giornalino di Gian Burrasca, VAMBA, Ed. GIUNTI 2003.
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